L’asparago selvatico è una rustica specie spontanea che si può coltivare facilmente anche nel proprio orto. Si tratta infatti di una pianta arbustiva sempreverde perenne: il suo apparato radicale è costituito da radici carnose, lunghe circa 25-30 centimetri, che si dipartono da un rizoma poco sviluppato provvisto di numerose gemme dalle quali, in primavera e se il clima lo consente, per tutta la stagione vegetativa emergono i turioni (la parte commestibile) che se lasciati crescere indisturbati possono raggiungere anche il metro e mezzo di altezza. C
Come coltivare l’asparago selvatico
i sono due maniere per mettere in piedi una ”asparagiaia”: partendo da seme o procurandosi i rizomi già formati. Logicamente a seconda della scelta varieranno i tempi di maturazione. Se si vuole coltivare questa specie nel proprio spazio verde si tenga presente che l’asparago è un ortaggio che se posto in ambienti esterni tollera bene il freddo e per questo si presta a essere coltivato praticamente in tutta Italia; l’unica cosa che mal sopporta è l’umidità.
L’esposizione migliore è quella soleggiata ed il periodo migliore per metterlo a dimora è il mese di marzo. A livello di cure colturali il terreno ideale per la coltivazione dell’asparago è un terreno leggero, fresco, profondo e fertile ma che deve soprattutto risultare completamente permeabile (evitando di far ristagnare l’acqua). Il pH migliore è quello neutro. Il terriccio dell’asparagiaia deve essere lavorato a fondo, in autunno o inizio inverno, almeno 1 anno prima dell’impianto. Il terreno, lavorato a profondità di circa 60- 70 cm, va arricchito con una concimazione di fondo a base di sostanza organica e fertilizzanti. Sebbene l’asparago sia una pianta poco esigente in presenza di lunghi periodi di siccità si rendono opportuni interventi di innaffiatura. La fioritura primaverile degli asparagi dura circa due settimane ed inizia verso la fine di maggio. La raccolta degli asparagi è scalare, dura circa 2 mesi e si effettua dal mese di aprile a partire dal 2 -3 anno di sviluppo. I lunghi tempi di coltura sono ripagati dal ciclo produttivo di questa pianta che può durare dai 10 ai 15 anni. Per quanto riguarda le malattie delle piante il più grosso pericolo per questa specie è rappresentato dalla mosca dell’asparago, un parassita che rende la pianta sofferente e provoca la morte dei turioni.
Come raccogliere gli asparagi selvatici
Raccogliere gli asparagi selvatici è un’attività piacevole e gratificante. Ecco una guida su come raccoglierli e conservarli in modo appropriato:
Individuazione e raccolta degli asparagi selvatici:
Il periodo migliore per raccogliere gli asparagi selvatici è tra marzo e giugno, a seconda della zona e delle condizioni climatiche.
Individua le piante di asparagi selvatici in aree soleggiate, vicino a corsi d’acqua o in prati aperti. Sono caratterizzati da germogli sottili e lunghi, di colore verde chiaro o viola.
Usa un coltello affilato o delle forbici per tagliare i germogli appena sopra il terreno. Raccogli solo germogli giovani e teneri, che sono i più saporiti e nutrienti.
Non raccogliere tutti i germogli di una pianta per permetterle di rigenerarsi e crescere l’anno successivo.
Pulizia degli asparagi selvatici:
Sciacqua gli asparagi sotto acqua corrente per rimuovere eventuali residui di terra o detriti.
Asciuga delicatamente gli asparagi con un panno pulito o carta assorbente.