La C. molesta attacca preferibilmente il pesco ma non disdegna le altre drupacee, pomacee e il laurocerasus.
Le larve infestano i germogli del pesco ed i frutti; nei germogli la larva penetra scavando una galleria discendente lunga da 2 a 8 cm. causandone l’avvizzimento e provocando una emissione di gomma, dove la larva rimanendone invischiata, muore. Ogni larva attacca 5-6 germogli, in modo che i danni alla pianta possono essere considerevoli tanto da interessare tutti i getti della pianta.
La femmina depone le uova sulla pagina inferiore della foglia; le larve nate, iniziano la loro attività penetrando nel germoglio dove compiono una prima muta; dopo fuoriescono e penetrano in un secondo germoglio, nell’interno del quale compiono due mute, passando così alla quarta età, poi penetrano nel terzo germoglio, e completano lo sviluppo attaccando un nuovo germoglio.
La Tignola compie 4-5 generazioni l’anno. I danno più importanti sono a carico dei frutti: larva nell’interno per scavare una galleria diretta verso il nocciolo; attacca il frutto 20-25 giorni prima della raccolta nelle varietà precoci e 40-45 giorni nelle varietà tardive; i danni più gravi sono a carico delle varietà che maturano nei mesi di luglio e agosto, mesi in cui sono presenti il maggior numero di adulti e la loro fecondazione è molto elevata.
La lotta si basa essenzialmente sui mezzi chimici in quanto i mezzi agronomici e gli ausiliari non danno un risultato soddisfacente nel controllo del tortricide.
Tra i diversi principi attivi impiegabili, sono consigliabili: Azinfos-metile, Fosalone, Triclorfon. Fenitrothion, Carbaril.
I trattamenti vanno eseguiti poco prima del periodo di fine incubazione, o comunque alla comparsa dei fori di penetrazione delle larve nei frutti. Per impedire l’accoppiamento è consigliato l’uso di trappole sessuali innescate con feromoni sessuali.