In questa guida spieghiamo come combattere il Tripide
Tripide del pesco
Il tripide, della famiglia dei Tisanotteri, sverna come femmina riparata nel terreno o nella anfrattuositą della corteccia del pesco e delle altre drupacee ( Susino, Albicocco e Ciliegio ).
In primavera, alla fase dei bottoni rosa, si introducono nei fiori e depongono le uova (70-80 circa) frazionate in 3-4 giorni.
Dopo circa una settimana, nascono le neanidi che si nutrono pungendo prima la base degli stami, per poi portarsi sui frutticini appena formati. Dopo uno stadio prepupale e uno di pupa, si vedono i primi adulti che abbandonano il pesco per portarsi sulla vegetazione circostante, dove rimangono sino all’autunno per poi cercarsi un riparo invernale.
Gli adulti si nutrono del polline dei fiori delle varie piante ospiti. I danni sulle pesche possono essere notevoli sino a compromettere l’intera produzione.
La difesa si attua congiuntamente nei trattamenti prefiorali contro gli afidi con Acephate, Metamidofos e piretroidi che hanno un’azione efficace anche sui Tripidi.
Se l’applicazione prefiorale è insufficiente, si interviene alla caduta dei petali, prima che le neanidi possano pungere i giovani frutticini con Acefate, Diazinon, Metamidofos.
Tripide delle nettarine
Il Tisanottero è dannoso alle nettarine del pesco (attacca anche le rose) non disdegnando altre piante arboree e erbacee.
Sulle nettarine le neanidi pungono i frutticini appena formati causando delle necrosi che successivamente si trasformano in ampie cicatrici, talvolta accompagnate da emissioni di gomma; in gravi attacchi i danni possono estendersi a tutta la produzione.
Sui frutti in maturazione i danni si presentano con aree depigmentate che ne deprezzano il valore commerciale
Il ciclo biologico è simile al Thrips meridionalis con la differenza rispetto a quest’ultimo che rimane sul pesco per l’intera annata.
La difesa viene attuata con gli stessi metodi del T.meridionalis.
Tripide delle serre e agrumi
Questo Tripide dell’ordine dei Tisanotteri è lungo circa 1,4 mm, di colore bruno con gl’ultimi segmenti che sono giallo-rossastri e le zampe gialle; le larve sono di colore giallo limone con occhi rossi.
Il Tripide vive nella pagina inferiore delle foglie ed attacca diverse piante tra cui Agrumi, Kaki, floricole (Garofano, Gerbera, Azalea, Ortensia, Fucsia, Orchidea, Poinsettia, Rododendro, Ciclamino, Crisantemo ecc.) ed orticole.
Sugli agrumi attacca anche i frutti e su diverse piante da fiore colpisce anche i fiori.
Le punture che arreca agl’organi colpiti creano sui fiori piccole aree decolorate e necrotiche, argentature alle foglie e agli steli, i germogli possono avere malformazioni e seccare, gli escrementi formati da piccole goccioline nerastre imbrattano la vegetazione, deturpandola.
Sugli agrumi (specialmente limone) danneggia i frutti che in prossimità della maturazione, intorno alla zona peduncolare, presentano necrosi e una rugginosità argentea (ruggine bianca degli agrumi) che talvolta compare anche nella pagina inferiore delle foglie.
Il Tripide che si moltiplica per partenogenesi è presente da Aprile a Novembre e sverna nelle anfrattuosità della corteccia.
Nel sud è presente anche in inverno pur con una attività ridotta.
La femmina depone le uova nella pagina inferiore della foglia entro le nervature, le larve, a seconda del clima, si schiudono in 5-7 giorni; dopo due stadi larvali di prepupa e pupa, della durata di circa due settimane, si hanno le forme adulte; il ciclo si ripete per 3-4 generazioni (6-7 in colture protette).
La difesa si attua sfoltendo la chioma favorendo così la circolazione dell’aria che impedisce il ristagno di umidità all’interno.
Eventuali trattamenti chimici vengono attuati sul limone con fosforganici: Dimethoate, Fenitrothion, Azinfos-metile, Imidacloprid ecc.
Sulle piante ornamentali si interviene con Acephate, Dimethoate, Deltametrina, Permetrina. Fluvalinate.